martedì 29 dicembre 2015

23 Dicembre 2015


Non mi sembra che sia Natale fra due giorni perché la scuola negli USA è un parco divertimenti più o meno ogni giorno per cui essere in vacanza è più
noioso che andare a scuola. Negli Stati Uniti giuro che odio le vacanze,
perché le mie giornate diventano incredibilmente monotone e noiose a parte
ovviamente i giorni che esco con i miei friends o con la family. Sta
mattina mi sono svegliata tardi, sono scesa a fare colazione e la mia host
sister mi ha salutato mentre stava seduta sul divano. E il fatto di vedere
lei invece che la mia sorellina italiana mi ha fatto pensare alla mattina
di Natale, quando non vedrò i miei, il nostro albero finto con decorazioni
solo ed esclusivamente rosse, la stessa carta regalo da duecento anni,
mamma che impazzisce perché si dimentica di cucinare qualcosa di
fondamentale, papà che fa le foto a me, Matilde e il fantastico albero
finto. Per cui ho inspirato profondamente, mangiato un po' di cereali
e poi ho deciso di farmi la doccia dopo aver annunciato a Sam
"I'll be back unless I'll die in the shower" lei ha
sorriso e mi ha risposto che contava sul fatto che avrei saputo
sopravvivere alla doccia. Sono entrata in bagno e sono scoppiata a
piangere, così forte che mi sono spaventata da sola e così forte che a Sam
è venuto un infarto perché ha pensato che non poteva essere possibile che
io stessi davvero morendo nella doccia. È accorsa e mi ha abbracciata e mi
ha ordinato di lavare via la tristezza. Non ci sono riuscita proprio per
un tubo; la mia nonna americana mi ha telefonato e sono scoppiata a
piangere di nuovo, ancora di più quando mi ha detto che mi ama. La
giornata poi si è evoluta per il meglio: sono andata a fare un po’ di acquisti natalizi con Sam dopo di che siamo andate, io lei e Jess (la mia host mum) a vedere un film molto carino al cinema, ‘Brooklin’, che racconta la storia di una ragazza Irlandese che si trasferisce a New York perché annoiata dalla sua vita e che dopo una sfiancante homesickness iniziale capisce che ‘home’ non vuol dire solo ‘Irlanda’, ma vuol dire anche ‘America’. Me in pratica. Casa è l’Italia, perché lì ci sono i miei amici e la mia famiglia assolutamente insostituibili, ma negli USA vivo decisamente meglio. Per dare un tocco finale alla serata mi sono fermata dal mitico Starbucks per comprare il mitico Mocha Frappuccino con panna montata, che non ho idea di cosa sia in realtà ma è fantastico; menomale che aprono Starbucks a Milano così almeno quello non mi mancherà. La ragazza alla casa me l’ha passato ‘4,73 $’. Ho  provato a pagare con tutte e tre le carte di credito e ovviamente non funzionavano manco a pagarle: la macchinetta continuava a strillare “ERROR BIIIIIP ERROR” e io iniziavo a sudare. Voi vi chiederete perché mai non ho pagato quegli stupidi quattro dollari con delle stupide monete come ogni comune mortale e io vi rispondo “perché non avevo neanche mezzo dollaro, bensì solo due euro”. Ho avuto problemi a prelevare per cui zero cash. Ho guardato la ragazza terrorizzata e prima ancora che potessi iniziare perfino a pensare come scusarmi per averglielo fatto preparare ma per doverlo lasciare lì causa bancarotta, lei ha fatto un sorrisone e mi fa “You’re all set.It’s a gift, Merry Christmas!” Io, povera piccola Exchange Italiana senza soldi ho pensato “quattro mesi qua e non capisci ancora una parola”, perché mi sembrava impossibile che mi stesse sul serio regalando il mio Mocha Frappuccino con panna  montata e gocce di cioccolato. A quel punto è intervenuta mia madre ospitante offrendosi di pagare ma la fanciulla ha insistito che sarebbe stato il suo regalo di Natale per me. Ero così felice che ho deciso di conservare il bicchiere di plastica.  Non penso che dimenticherò mai  quella ragazza, il suo sorriso e quanto mi pareva buono, ancora più del solito, il suo regalo.

Estate o Inverno?

È il 13 dicembre grazie a dio non è un venerdì e io sto andando in Vermont
per una gara di scherma. Vermont, New Hampshire, Maine sono stati
sconosciuti e se sono conosciuti è perché l'inverno è eterno, ad
Halloween la neve ha già attaccato e continua fino a fine marzo. Mi sa che
Vermont, New Hampshire e Maine non hanno più una "scusa" per
essere conosciuti perché la neve ce l'hanno solo sulle cartoline
dell'anno scorso e sulle montagne che sono troppo a nord (?) per
essere raggiunte. La gente fa morire perché a metà ottobre si lamentava
del sicuro e imminente arrivo della temibile, noiosa neve e adesso a metà
dicembre è preoccupata per questo sconvolgente ritardo della magica,
divertente neve. Poi c'è qualcuno che dice di stare tranquilli, che se
non nevica ora finirà di nevicare più tardi del solito, magari ad aprile o
già che ci siamo maggio, chi lo capisce questo tempo?
Mi sono iscritta alla squadra di sci della scuola si perché amo sciare, ma
anche perché ero spaventata da tutta la pressione causata dall'arrivo
della neve e avevo bisogno di una ragione valida per amarla e viverci in
mezzo. Ovviamente i miei piani non sono andati come il previsto e la
squadra di sci è solo una squadra perché non possiamo andare a sciare. Fa
perfino troppo "caldo" per creare la stupida neve per cui invece
che andare a rotolare giù per le montagne con un paio di sci attaccati ai
piedi, rotoliamo per il dolore con le scarpe da ginnastica dopo gli
allenamenti giornalieri intitolati "dryland" con la squadra di
indoor track, che in pratica è atletica al chiuso (ovviamente ridotta alla
parte che riguarda il correre perché lanciare il giavellotto o il martello
dentro scuola non pare una buona idea a nessuno).
La neve, che ci sia o che non ci sia, turba gli animi e i corpi.

È il 21 Dicembre, ufficialmente primo giorno di inverno. Sabato 19 ha
nevicato: avevo il sesto senso che mi tormentava perché il 19 dicembre,
compleanno della mia sorella italiana, nevica sempre e comunque, ovunque
mi trovi. Ho la tendinite al ginocchio sinistro e mi ha sabotato il
weekend: sono rimasta chiusa in casa due giorni incapace di camminare, di
pensare di sciare o di fare scherma (l'allenamento di sci programmato
per sabato in ogni caso era saltato causa zero neve quindi sarei dovuta
andare a combattere con la spada e con la lancia ma no, meglio il divano
con il ghiaccio sul ginocchio). L'unica cosa che ho fatto è stata
uscire per un'oretta con uno dei pochi amici veri che ho, Alex. A
Wolfeboro però non c'è assolutamente niente da fare e nemmeno da
inventare a parte passare ore dentro un dunkin donuts d'obbligo.
Dunkin' Donuts è una catena enorme di bar in cui vendono ciambelle
buonissime e "caffè" con dentro tanto di quello zucchero che poi
ci credo che gli americani hanno problemi con il loro peso. È l'unico
negozio parte di una catena che c'è a Wolfeboro: tutti gli altri sono
privati, ma dunkin donuts qua in New England (non so nel resto) è ovunque,
a me spaventa. Non puoi morire di fame quaggiù, perché anche nei posti più
remoti c'è una casetta arancione e fuxia in cui sai di poter trovare
un calorifero ma soprattutto energie tramite ciambelle. Molti lo odiano
proprio perché è come un parassita, io lo amo perché è il mio
intrattenimento New Hampshiriano. Non so cosa fare? Vado da dunkin donuts,
ovvio. Di solito ci vado a piedi perché è cinque minuti da casa ma visti i
miei problemi con il ginocchio Alex mi ci ha portata in macchina, cosa
abbastanza vergognosa. Andare a mangiare ciambelle a cinque minuti da casa
a piedi in macchina fa sentire persone orribili. Ma ho la tendinite quindi
sono perdonata, o no?
Comunque, bevevo la mia cioccolata con panna parlando con Alex e dal
momento che faccio una gran fatica a guardare negli occhi le persone
mentre parlo io, guardavo fuori dalla finestra. Si gelava ma c'era il
sole. Nei due minuti in cui Alex mi ha risposto, ho smesso di guardare la
fantastica strada fuori dalla finestra e ho guardato lui. Mi sono rigirata
quando era il mio turno di parlare e nevicava.
Manca poco svengo e mi va di traverso tutto quanto, altro che tendinite.
Alex non sembrava stupito per niente e se la rideva mentre io guardavo
sbalordita fuori cercando una spiegazione plausibile. Me lo aspettavo che
avrebbe nevicato, ma nonostante sia qua da quattro mesi e sia sempre così,
non mi aspettavo che il tempo cambiasse così rapidamente e drasticamente.
Ha nevicato una mezz'ora, poi è tornato il sole. Il New Hampshire
cambia umore più velocemente di quanto lo faccia io, non puoi perdere il
ritmo se no non lo ingrani più; stavo per scrivere che magari qua la
leggenda della neve ad agosto prende vita, ma ad Agosto purtroppo io non
sarò più in questo paese fantasticamente lunatico.